Non ricordo quando di preciso ho cominciato a nutrire una
sorta di avversione ancestrale per l’idea del “per sempre” … non per le parole
in sé per sé ma il concetto che portano con sé.
E’ come se tutto ciò che implica il ripetersi,
ri-verificarsi, ri-succedere a me togliesse l’aria … e non importa che queste due
parole portino con sé anche l’idea di stabilità, sicurezza, impegno,
affidabilità, conoscenza … no, io è come se ci leggessi solo monotonia, e nel
senso peggiore del termine …
Eppure di cambiamenti nella vita ne faccio, ho cambiato
città dove vivere per l’università, faccio un lavoro per cui cambio spesso
contenuti, persone, location, ho un armadio pieno di scarpe borse e vestiti che
mi permettono di creare sempre nuovi outfit … eppure niente da fare …
percepisco comunque dentro di me il terrore, il demone della monotonia … e così
la relazione stabile (in cui ho sempre creduto ed in cui credo) a pensarla per
sempre mi toglie il fiato, anche se ne sono convinta (più o meno) ... l’idea di
avere un lavoro diverso dall'attuale, sempre nello stesso posto, con gli stessi
colleghi e le stesse cose da fare … beh a me tutto questo spaventa!
D’altro canto ogni volta che faccio grandi cambiamenti sono
spaventata allo stesso modo, dall'ignoto dal non sapere se starò meglio o
peggio della situazione attuale, dal non avere la tranquillità dell’attuale
situazione, nota, comoda, condivisa …
Eppure no, il per sempre non riesco a volerlo, non riesco
a sentirlo, non riesco a sognarlo …. io voglio quell'adrenalina che smuove animo e corpo, voglio quella sorta di nervosismo perenne legato al nuovo e all'ignoto, voglio sentirmi viva ...